Obiettivi formativi
Al termine del corso, studentesse e studenti saranno in grado di:
1. Comprendere il linguaggio e i principali dibattiti all’interno della filosofia dell’immaginazione contemporanea.
2. Prendere posizione – e difenderla tramite argomentazione – su questioni riguardanti le peculiarità delle diverse modalità immaginative.
3. Leggere e valutare autonomamente testi filosofici dedicati alla riflessione sulla natura e le dinamiche dell’immaginazione.
Prerequisiti
Buon livello di inglese nella lettura e scrittura. Il docente fornirà materiale e risorse di appoggio per facilitare il percorso.
Contenuti dell'insegnamento
Filosofia dell’immaginazione. Temi trattati:
– le diverse nozioni d’immaginazione nel dibattito contemporaneo: proposizionale, sensoriale o oggettuale, esperienziale, creativa;
– una teoria unificatrice dell’immaginazione: la teoria della simulazione;
– l’afantasia: l’incapacità o difficoltà di creare “immagini mentali”;
– il valore epistemico dell’immaginazione: è possibile imparare qualcosa tramite immaginazione? Se sì, di cosa si tratta?
Ulteriori dettagli verranno forniti nel programma completo (vedi sotto).
Programma esteso
(Ulteriori dettagli verranno forniti nel corso del semestre).
Cosa significa “immaginare”? È una capacità fondamentalmente legata alla creazione d’immagini mentali oppure si estende oltre, verso territori più linguistici? Quali sono le caratteristiche distintive dell’immaginazione rispetto ad altre facoltà cognitive, come la percezione e la credenza? Qual è il ruolo dell’immaginazione nelle arti, nella scienza e nella nostra vita quotidiana? Queste sono alcune delle domande che guideranno il corso, in cui esploreremo il vasto reame dell’immaginazione nella filosofia contemporanea e i suoi rapporti con la psicologia e la filosofia della mente.
Il corso sarà suddiviso in quattro sezioni principali:
1. Fondamenti filosofici dell'immaginazione
In questa parte introduttiva, illumineremo alcuni tratti comuni delle nostre attività immaginative sui quali ci baseremo per il resto del corso (come, per esempio, la distinzione tra immaginazione solitaria e collettiva, spontanea e deliberata, occorrente e non-occorrente). Sempre qui delineeremo somiglianze e differenze tra immaginare e altre attività mentali analoghe – come il concepire e il supporre – e approfondiremo il ruolo degli oggetti reali coinvolti nei nostri progetti immaginativi.
2. Immaginare con o senza immagini, immaginare esperienze coinvolgenti o eventi distaccati
In questa sezione ci addentreremo nelle principali nozioni di “immaginazione” presenti nel dibattito filosofico contemporaneo. Inizialmente distingueremo tra immaginazione proposizionale e sensoriale. Se il primo tipo è legato alla costruzione di scenari controfattuali (esemplificati dalla formula “cosa succederebbe se.?”), il secondo è tradizionalmente legato alla nostra capacità di formare immagini mentali. Ciò ci fornirà il contesto adeguato per analizzare la recente nozione psicologica di “afantasia”, ovvero l’incapacità di creare (o mantenere) immagini mentali. Successivamente, affronteremo nozioni più legate all’immaginare esperienze (“mettersi nei panni altrui” o cambiare prospettiva) e alla creazione di relazioni di somiglianza tra ciò che ci circonda (legata a doppio filo alla creatività).
3. Una teoria unificatrice dell’immaginazione: la teoria della simulazione
Questa sezione sarà dedicata all’idea per cui l’immaginazione è una forma di simulazione mentale, capace di ricreare esperienze vissute o ipotetiche. Stando a questa teoria, tutte le nostre immaginazioni sono controparti ricreate di stati mentali più primitivi – come le credenze e le percezioni. A differenza di quest’ultime, però, immaginare di credere e immaginare di vedere non guidano le nostre azioni nel mondo reale. Qui ci concentreremo sul valore esplicativo della teoria della simulazione in ambiti come la lettura mentale e l’empatia, illuminandone i pregi e chiarendone i limiti.
4. Il valore epistemico dell’immaginazione
Nell’ultima parte del corso, esamineremo la possibilità che l’immaginazione sia in grado d’insegnarci qualcosa riguardo il mondo, il linguaggio e noi stessi. Per esempio, nelle storie delle scienze e delle filosofie si possono trovare tanti esperimenti mentali, ovvero dispositivi immaginativi adoperati per difendere, criticare o illustrare una determinata tesi. Com’è possibile che una storia di finzione, senza fornire nuove evidenze empiriche, aumenti la nostra conoscenza? Quali opportunità e pericoli si celano dietro all’utilizzo del nostro strumento mentale più curioso in contesti scientifici ?
Bibliografia
*tutti i testi verranno forniti gratuitamente dal docente*
Arcangeli, M. (2023). Aphantasia Demystified, in Synthese 201:31
Currie, G. e Ravenscroft, I. (2002). Recreative Minds. Imagination in Philosophy and Psychology, New York: Oxford University Press
(limited to chapters 1-2-3, pp. 7–70)
Dokic, J. e Arcangeli, M. (2015). The Heterogeneity of Experiential Imagination, in Open MIND 11(T), pp. 1-20
Goldie, P. (2011). Anti-Empathy in Coplan, A. e Goldie, P. (a cura di), Empathy. Philosophical and Psychological Perspectives (302-317), New York: Oxford University Press
Kind, A. (2001). Putting the Image Back in Imagination, in Philosophy and Phenomenological Research 62(1), pp. 85-109
Kind, A. (2023). Why We Need Imagination, in McLaughlin, B. e Cohen, J. (a cura di), Contemporary Debates in Philosophy of Mind, 2nd edition (570-587), Wiley-Blackwell
Lorenzatti J. J. (2023). Aphantasia: A Philosophical Approach in Philosophical Psychology
Nanay, B. (2023). Against imagination, in McLaughlin, B. e Cohen, J. (a cura di), Contemporary Debates in Philosophy of Mind, 2nd edition (588-605), Wiley-Blackwell
Salis, F. (2014). Imagination, in Braquinho, J. e Santos, R. (a cura di), Online Companion to Problems of Analytic Philosophy (1-18), Lisbona: Philosophy Centre of the University of Lisbon
Salis, F. e Frigg, R. (2020). Capturing the Scientific Imagination, in Levy, A. e Godfrey-Smith, P. (a cura di), The Scientific Imagination (17-50), New York: Oxford University Press
Walton, K. L. (1990). Mimesis as Make-Believe: On the foundations of the representational arts. Harvard University Press.
(limited to sections 1.1, 1.2, 1.3, 1.4, 1.5, pp. 13–43).
Metodi didattici
Il corso consiste in lezioni frontali con attività e domande volte a stimolare la discussione e la libera circolazione d’idee tra i partecipanti. Tutto il materiale di lettura sarà fornito dal docente.
Modalità verifica apprendimento
Per studentesse e studenti (sia frequentanti che non), la valutazione finale sarà il risultato di due componenti: un elaborato scritto finale (argomento da concordare con il docente) e presentazione/discussione orale dello stesso. Sia l’elaborato che la discussione potranno essere in inglese oppure italiano, a scelta dello studente o della studentessa.
Altre informazioni
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Obiettivi agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile
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