LA GESTIONE NONVIOLENTA DEI CONFLITTI DAI RAPPORTI INTERPERSONALI AI CONTESTI SOCIALI
cod. 1011735

Anno accademico 2024/25
2° anno di corso - Secondo semestre
Docente
Elena BUCCOLIERO
Settore scientifico disciplinare
Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale (SPS/12)
Ambito
A scelta dello studente
Tipologia attività formativa
A scelta dello studente
30 ore
di attività frontali
6 crediti
sede:
insegnamento
in ITALIANO

Obiettivi formativi

L'aspettativa è che, al termine del modulo, lo studente sia in grado di:
- Comprendere le potenzialità generative e, per altro verso, distruttive del conflitto,
- Mettere a fuoco il modo in cui la comunicazione verbale e non verbale interviene nel conflitto;
- Riconoscere e analizzare un conflitto interpersonale o tra gruppi sociali;
- Descrivere gli elementi fondamentali del conflitto e della violenza espliciti, e la differenza tra conflitto e violenza;
- Identificare i valori e le tecniche della nonviolenza come chiavi per una gestione costruttiva dei conflitti;
- Riconoscere ciò che inasprisce il conflitto o che conduce alla sua trasformazione in senso costruttivo;
- Riflettere sul proprio modo di vivere i conflitti;
- Conoscere gli elementi essenziali della negoziazione e della mediazione dei conflitti.

Prerequisiti

Nessuno.

Contenuti dell'insegnamento

Che cos’è il conflitto.
Perché è così difficile. Evitamento, provocazione, ricerca, gestione.
A che cosa serve il conflitto: le potenzialità.
Le diverse forme che il conflitto può assumere

Presupposti e forme della comunicazione nella gestione dei conflitti.
La comunicazione espressa, subita, intenzionale.
Il peso del silenzio.
L'ascolto che facilita e l’ascolto che ostacola. La comunicazione nonviolenta come competenza, come scelta e come interazione.

Gli elementi essenziali del conflitto secondo l’approccio di Johan Galtung
Dal conflitto alla violenza: i passi dell’escalation.
La costruzione del nemico.
Chiunque di noi può essere violento?
Analisi di casi

Pat Patfoort e il modello MmE
Meccanismi distruttivi: la catena della violenza, l’escalation, l’interiorizzazione:
Esempi in contesti micro, meso, macro
Cinque possibili stili di gestione del conflitto: vantaggi, svantaggi, potenzialità.
Un tentativo di analisi personale.

Esercitazione sulla genesi di un fatto violento nel quale confluiscono comportamenti individuali e di gruppo, in un intreccio di conflitti impliciti e espliciti.
La permeabilità alla violenza e le condizioni personali e sociali che la accentuano.
La forza dei meccanismi di disimpegno morale nella giustificazione della violenza.
Chiunque di noi può essere violento?
“La nonviolenza è lotta” (Aldo Capitini): la nonviolenza oltre i pregiudizi
Che cos’è la gestione nonviolenta del conflitto
Dall’escalation alla de-escalation.
Il valore determinante dell’ascolto.
Studio di casi tratti dalla quotidianità.

"Si comincia sempre da uno" (Aldo Capitini).
Esempi di rifiuto della violenza o gestione nonviolenta dei conflitti da parte di singoli individui in diversi contesti relazionali e lavorativi.

La nonviolenza organizzata come lavoro corale per il cambiamento
Esempi di campagna nonviolente in Italia e all'estero

Quando i nemici scelgono di guardarsi negli occhi: la ricerca di una giustizia diversa.
Analisi di casi.
Che cosa significa mediare? Ambiti e presupposti per la mediazione dei conflitti.

Il conflitto interculturale. Il tentativo di decalogo per una convivenza interetnica di Alexander Langer.
Esercitazione su un caso storico di azione nonviolenta contro il razzismo: come si è svolta e perché ha raggiunto l’obiettivo.
Discussione.

Programma esteso

- - -

Bibliografia

Verranno proposti testi, prevalentemente reperibili online, di autori quali Aldo Capitini, Johan Glatung, Pat Patfoort, Alexander Langer, Bertrand Rosenberg Marshall, Carl Rogers, altri.

Metodi didattici

Verranno privilegiate modalità interattive e laboratoriali attraverso l’analisi di casi portati dalla docente, simulazioni, lavori in sottogruppo. I dati esperienziali saranno integrati e sistematizzati attraverso contributi teorici.

Modalità verifica apprendimento

La verifica avverrà attraverso un esame scritto comprendente in parte domande a risposta multipla e in parte domande aperte sui principali contenuti del corso, per sondare la capacità di analisi del conflitto sociale da parte degli studenti, avvalendosi degli approcci teorici studiati e delle metodologie apprese.

Altre informazioni

- - -

Obiettivi agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile

Parità di genere (obiettivo 5), Riduzione delle disuguaglianze (obiettivo 10), Città e comunità sostenibili (obiettivo 11), Pace, giustizia e istituzioni sane (obiettivo 16).